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Iniziano gli Europei di calcio

Europei al via il 14 giugno in Germania. L’Italia, campione in carica, affronta un girone difficile. Inghilterra e Francia favorite. Le cose da sapere

Sono trascorsi meno di tre anni dalla storica vittoria dell’Italia agli Europei di calcio del 2021, posticipati di un anno a causa della pandemia. Dal 14 giugno, il titolo di campione d’Europa sarà nuovamente conteso con l’edizione 2024 in Germania: ventiquattro squadre partecipanti, dieci città ospitanti, un mese di torneo e finale il 14 luglio all’Olympiastadion di Berlino. La Germania, nazione ospitante, aprirà il torneo contro la Scozia il 14 giugno. L’Italia esordirà contro l’Albania il 15 giugno a Dortmund. I sei gruppi del torneo vedranno avanzare le prime due squadre di ogni girone e le quattro migliori terze, con un formato identico a quello dell’ultima edizione. Le partite della fase a gironi si terranno ogni giorno fino al 26 giugno, seguite da due giorni di riposo prima della fase a eliminazione diretta che include ottavi, quarti, semifinali e finale.

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I gironi di Euro 2024 – Wansport Newsroom

Come ci arriva l’Italia

Rispetto a tre anni fa, l’Italia ha visto notevoli cambiamenti, a partire dall’allenatore. Luciano Spalletti ha sostituito Roberto Mancini, che ha lasciato la Nazionale per diventare il commissario tecnico dell’Arabia Saudita tra molte polemiche. Spalletti, vincitore del campionato di Serie A con il Napoli, sta cercando di implementare un gioco organizzato e piacevole anche in Nazionale. Molti dei campioni del 2021 non sono più presenti, inclusi Ciro Immobile, Lorenzo Insigne, Marco Verratti, Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci. Inoltre, vi sono assenze per infortunio come Destiny Udogie, Francesco Acerbi, Giorgio Scalvini, Nicolò Zaniolo e Domenico Berardi.

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Attaccanti e centrocampisti

Durante le qualificazioni, la Nazionale ha faticato a trovare un centravanti affidabile. Gianluca Scamacca dell’Atalanta ha mostrato una buona forma recentemente e potrebbe diventare il titolare, con Mateo Retegui del Genoa come alternativa. Spalletti punta molto su Federico Chiesa e Jorginho, decisivi a Euro 2021. A centrocampo, probabilmente sceglierà i dinamici Davide Frattesi e Nicolò Barella dell’Inter.

Difesa e aspettative

In difesa, nonostante alcune incognite, l’Italia potrà contare su Alessandro Bastoni e Giovanni Di Lorenzo. Gianluigi Donnarumma sarà confermato come portiere, nonostante i miglioramenti di Guglielmo Vicario del Tottenham. La squadra non è considerata tra le favorite e sta attraversando un ricambio generazionale senza giovani immediatamente riconoscibili come campioni. Il girone dell’Italia è impegnativo, con Spagna e Croazia oltre all’Albania.

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Le avversarie del girone

L’Albania, alla sua seconda partecipazione agli Europei, ha completato un sorprendente girone di qualificazione con otto vittorie consecutive. Allenata dal brasiliano Sylvinho, ex vice di Roberto Mancini, la squadra adotta un gioco offensivo, con molti difensori e centrocampisti titolari provenienti dalla Serie A italiana. La Croazia, pur contando su una “generazione d’oro” invecchiata, rimane pericolosa. Luka Modric ha 38 anni, Ivan Perisic 35, mentre Marcelo Brozovic e Mateo Kovacic hanno rispettivamente 31 e 30 anni. Tra i giovani promettenti, Josko Gvardiol, 22 anni, è il difensore più costoso della storia, acquistato dal Manchester City per 90 milioni di euro. La Spagna di Luis de la Fuente, fresca vincitrice della Nations League, combina l’esperienza di Alvaro Morata, Dani Carvajal e Aymeric Laporte con il talento dei giovani Pedri e Lamine Yamal. Non è tra le prime favorite, ma è considerata una forte candidata.

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Le favorite

Secondo esperti, algoritmi e agenzie di scommesse, Inghilterra e Francia sono le principali candidate alla vittoria finale. L’Inghilterra, che arrivò in finale contro l’Italia nel 2021, ha visto emergere nuovi talenti come Jude Bellingham del Real Madrid e il prolifico attaccante Harry Kane, che ha segnato 36 gol con il Bayern Monaco. Phil Foden e Declan Rice sono diventati giocatori più maturi e completi, contribuendo a una squadra sempre più forte. La Francia, allenata da Didier Deschamps, ha un impressionante record con un Mondiale vinto nel 2018 e finali raggiunte sia nel 2022 che nel 2016. La squadra può contare su Kylian Mbappé, considerato uno dei migliori giocatori al mondo, recentemente trasferitosi al Real Madrid. Inoltre, il ritorno di N’Golo Kante a centrocampo sarà cruciale per gli equilibri della squadra. La Germania, sotto la guida di Julian Nagelsmann, è pronta a riscattarsi dopo le deludenti eliminazioni degli ultimi tornei. Questo sarà l’ultimo torneo per Toni Kroos, uno dei centrocampisti più forti degli ultimi quindici anni, e potrebbe essere il momento della consacrazione internazionale per il giovane Jamal Musiala, 21 anni. Altre squadre con ambizioni di vittoria includono la Spagna, il Portogallo di Cristiano Ronaldo, l’Olanda, il Belgio e naturalmente l’Italia. Queste squadre, ricche di talenti e con una storia di successi, rappresentano serie minacce per le favorite e potrebbero riservare sorprese nel corso del torneo.

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Le prime volte

Una sola squadra debutta agli Europei: la Georgia di Khvicha Kvaratskhelia, attaccante del Napoli e figura chiave per lo scudetto della scorsa stagione. Allenata dall’ex difensore francese Willy Sagnol, la squadra si è qualificata tramite i playoff. Recentemente, i giocatori hanno partecipato alle proteste contro la legge sugli “agenti stranieri”, che obbliga i media e le ONG con oltre il 20% di finanziamenti esteri a registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera». Anche l’Ucraina si è qualificata tramite i playoff e questo sarà il primo grande torneo per la nazionale dopo l’invasione russa del febbraio 2022.

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Giovani molto attesi

I grandi tornei internazionali offrono l’opportunità di vedere giovani talenti emergenti in azione. Tra i più attesi agli Europei 2024 ci sono Florian Wirtz, centrocampista offensivo del Bayer Leverkusen, Xavi Simons del Lipsia, e il talentuoso inglese Cole Palmer del Chelsea. Inoltre, l’attaccante danese Rasmus Hojlund, trasferitosi dall’Atalanta al Manchester United per oltre 70 milioni di euro, e lo spagnolo Lamine Yamal, esterno del Barcellona che compirà 17 anni il giorno dopo la finale, sono già sicuri di far parte delle rispettive squadre nazionali. Vincenzo Montella, allenatore della Turchia, deve ancora decidere se includere Kenan Yildiz della Juventus e Arda Guler del Real Madrid, entrambi nati nel 2005.

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La Saudi Pro League vuole fare sul serio

La Saudi Pro League, Il nuovo campionato di calcio saudita supportato da un budget di 17 miliardi di euro. Le ambizioni calcistiche dell’Arabia Saudita, gli investimenti in giocatori di alto livello e il focus sulla crescita dei talenti locali, tutto ciò che c’è da sapere sulla lega che vuole rivoluzionare il calcio internazionale.

La Saudi Pro League è il nuovo volto del calcio saudita, un campionato che sta attirando l’attenzione di tutto il mondo calcistico grazie a enormi investimenti e ambizioni senza precedenti. Con un budget di 17 miliardi di euro stanziato dal governo saudita, la lega mira a diventare una delle principali competizioni calcistiche del pianeta entro il 2030. L’Arabia Saudita, notoriamente legata al calcio e al suo sviluppo, sta facendo di tutto per trasformarsi in una potenza calcistica internazionale, sfruttando esigenze economiche e politiche per raggiungere il traguardo ambizioso.

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Il calcio, da sempre uno sport che unisce le persone e un mezzo per il soft power, sta assumendo un ruolo di primo piano anche nell’agenda politica e diplomatica del paese. Il governo saudita ha visto il potenziale del calcio come una forma di “soft power” per migliorare la reputazione internazionale del paese e stabilire rapporti positivi con altre nazioni. Di conseguenza, ha destinato ingenti risorse finanziarie al calcio, con la Saudi Pro League come punta di diamante di questa strategia.

Saudi Pro League: Il boom degli investimenti e le quattro squadre “ammiraglie”

Il calcio saudita è diventato il nuovo paradiso dei calciatori di alto livello, con club ben finanziati che stanno effettuando acquisti importanti da tutto il mondo. Grazie al Player Acquisition Center of Excellence (PACE), un ufficio creato dalla lega per gestire e coordinare gli investimenti, le squadre saudite stanno riuscendo ad attirare i migliori talenti internazionali.

Quattro squadre in particolare, conosciute come le “squadre ammiraglie” del calcio saudita, hanno catturato l’attenzione del mondo del calcio: Al-Ittihad e Al-Ahli di Gedda, e Al-Nassr e Al-Hilal di Riyad. Queste quattro squadre hanno una storia ricca e sono tra le più vittoriose e tifate del paese. Nel giugno scorso, sono state acquisite dal Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano nazionale dell’Arabia Saudita, diventando di fatto di proprietà dello Stato.

Questi club hanno utilizzato il loro sostegno finanziario per portare in squadra alcuni dei calciatori più celebri del mondo. La notizia del trasferimento di Cristiano Ronaldo all’Al-Nassr lo scorso anno ha fatto scalpore, attirando l’attenzione di tutto il mondo del calcio. Ma non è finita qui: giocatori come Marcelo Brozovic dall’Inter e Sadio Mané dal Bayern Monaco sono stati anch’essi ingaggiati dalla stessa squadra. Al-Hilal, l’altra squadra di Riyad, ha attirato nomi di spicco come Kalidou Koulibaly e Sergej Milinkovic-Savic.

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Regole sui giocatori stranieri e il focus sui calciatori locali

Per garantire una crescita sostenibile e una maggiore competitività del campionato, la Saudi Pro League ha stabilito alcune regole riguardanti i giocatori stranieri. Dal 2022, ogni squadra può registrare fino a otto calciatori stranieri a stagione e convocarne al massimo sette per le partite di campionato. Questa regolamentazione mira a garantire una presenza significativa di talenti internazionali, senza tuttavia escludere i giovani calciatori locali.

L’obiettivo di sviluppare il talento locale è una delle priorità della Saudi Pro League. Per questo motivo, il campionato ha ridotto l’età minima per giocare tra i professionisti da 18 a 16 anni. Inoltre, dal 2025, le squadre saranno obbligate ad avere in rosa almeno dieci giocatori con meno di ventidue anni, che non necessariamente devono essere sauditi.

Questa iniziativa mira a creare una base solida di giovani calciatori, offrendo loro maggiori opportunità di crescita e sviluppo all’interno del campionato. Attraverso programmi di formazione e scouting mirati, il calcio saudita sta cercando di creare una nuova generazione di talenti locali pronti a rappresentare il paese a livello internazionale.

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Gli allenatori stranieri e il ruolo di Jorge Mendes nella Saudi Pro League

Con il desiderio di elevare ulteriormente il livello delle squadre e sviluppare una cultura calcistica di alto livello, la Saudi Pro League ha scelto di ingaggiare allenatori stranieri di esperienza. Da quando gli allenatori sauditi hanno ceduto il posto a tecnici stranieri, il campionato ha visto una notevole crescita in termini di tattiche, strategie e qualità del gioco.

Sei dei sette allenatori delle squadre del campionato attuale sono portoghesi, grazie anche al ruolo influente di Jorge Mendes. L’agente di calciatori più famoso e potente al mondo ha stretti legami con i dirigenti del campionato e ha giocato un ruolo chiave nell’approccio di questi allenatori al calcio saudita. Tali nomi di spicco stanno apportando un contributo significativo all’evoluzione della Saudi Pro League, trasformandola in una competizione sempre più competitiva e affascinante.

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Crescita delle entrate commerciali e ascesa dei diritti televisivi

La Saudi Pro League sta cercando di diventare una forza economica oltre che calcistica. Una delle principali aree di interesse è la crescita delle entrate commerciali, in particolare i diritti televisivi. Finora, il campionato ha ottenuto entrate limitate da questa fonte, ma la curiosità generata dai recenti investimenti sta portando ad un aumento dell’interesse da parte degli spettatori e dei broadcaster.

La lega sta lavorando per sviluppare un modello di business più sostenibile e redditizio, al fine di garantire la crescita a lungo termine del campionato. Questo coinvolge la creazione di partnership commerciali strategiche, accordi di sponsorizzazione e una migliore gestione dei diritti televisivi. Con una base di tifosi in costante crescita e una competizione sempre più avvincente, la Saudi Pro League ha tutte le carte in regola per diventare una delle principali fonti di intrattenimento sportivo a livello internazionale.

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Conclusione

La Saudi Pro League è in procinto di rivoluzionare il calcio internazionale, con ambizioni di diventare uno dei principali campionati al mondo entro il 2030. Sostenuta da ingenti investimenti governativi e con l’obiettivo di competere con le principali competizioni europee e sudamericane, la lega ha attirato i migliori calciatori internazionali, aumentando la competitività e l’interesse a livello globale.

Con un focus particolare sulla crescita dei talenti locali, la Saudi Pro League mira a creare una solida base di giovani calciatori pronti a rappresentare il paese a livello internazionale. Con l’apporto di allenatori stranieri esperti e il supporto di influenti figure come Jorge Mendes, la lega sta rapidamente evolvendo in una competizione tatticamente avanzata e tecnicamente raffinata.

Mentre continua a svilupparsi, la Saudi Pro League si impegna anche a migliorare la sostenibilità economica e la redditività del campionato, sfruttando il crescente interesse da parte degli spettatori e degli investitori. Con tutto ciò, il campionato saudita si sta rapidamente affermando come un attore di spicco nel mondo del calcio, promettendo di offrire un futuro entusiasmante e ricco di opportunità per il calcio saudita e gli appassionati di tutto il mondo.

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